Iniziamo a parlare di #Font, e specialmente di #FontOpenType, per cercare di chiarire le idee ed evitare problemi nel lavoro di tutti i giorni.

Oggi, il primo appuntamento durante il quale Leonardo Agosti ci introdurrà questo tema parlandoci di #font e principali differenze.

I font, panoramica e differenze

I font, indipendentemente dall’aspetto e dal contenuto, sono divisi in alcuni tipi principali, e si riconoscono in base alla tecnologia con cui sono stati realizzati.

PostScript Type 1, formato creato da Adobe System, da cui ha preso il via il desktop publishing. Questi font sono ancora spesso i più diffusi negli studi e nei service, ed i più utilizzati sui computer di tutto il mondo, per creazioni di altissima qualità su stampanti ed in fotounità. Ogni carattere è costituito da vari files, una serie per lo schermo (bitmap) ed una serie per le descrizioni vettoriali che servono per la stampa (printer). Esistono nella versione Win ed in quella Mac, ma queste due versioni raramente identiche e quasi mai con gli stessi nomi, hanno portato numerosi problemi a chi è costretto a spostare i documenti su piattaforme diverse.

PostScript Type 3, sono arrivati successivamente, e sono una variante migliorativa dei Type 1. Esistono comunque anche tanti altri tipo di Font PostScript, ognuno con le proprie varianti, ma spesso irriconoscibili dai principali Type 1 e Type 3

https://en.wikipedia.org/wiki/PostScript_fonts

Multiple Master, un formato speciale che consente di variare il font originale e le sue caratteristiche in base a vari parametri. In pratica dalla font originale è possibile ottenere delle varianti. E’ una tecnologia usata anche nei formati Adobe PDF per simulare i font mancanti nel sistema ma presenti nel documento.

TrueType, inizialmente un formato creato da Apple e Microsoft ed utilizzato in competizione con i font Type 1 per utilizzo nei sistemi operativi. Di seguito sono diventati quasi gli unici font utilizzati su Windows, e poi sempre più utilizzati e supportati dalla maggior parte delle stampanti e dei RIP. In un unico file è contenuta sia la parte bitmap di visualizzazione che la parte vettoriale per le informazioni di stampa. Rispetto ad un Type 1, il TrueType descrive lo stesso carattere con meno punti, risparmiando quindi tempo di stampa, a scapito di una minore qualità. Esistono nella versione Win ed in quella Mac, con problemi simili a quelli dei Type 1 nel passaggio di documenti tra le piattaforme.

OpenType, il formato oggetto di questo approfondimento. E’ il formato più moderno ed innovativo tra quelli indicati, frutto di uno studio comune di Adobe System e Microsoft, visto come evoluzione dei due formati principali, Type 1 e TrueType. Estende il set di glifi a disposizione, portandolo a 65.000 (contro i 256 degli altri standard), ed esiste un unico file per entrambe le piattaforme Win e Mac, che quindi garantisce la compatibilità nel passaggio di documenti.

Cos’è un font OpenType?

OpenType è quindi l’ultimo formato di font creato, utilizzabile su entrambe le piattaforme Win e Mac, sviluppato da un gruppo di lavoro a cui ha partecipato Adobe System e Microsoft Corporation.

E’ basato sul formato Unicode, ed in pratica unisce le migliori caratteristiche dei due formati di font principali; utilizza la velocità del TrueType per la visualizzazione, a cui è stata unita la qualità del PostScript per la stampa, oltre a numerosi altre funzioni tipografiche.

Gli OpenType basati su TrueType possono avere le estensioni .ttf e .ttc, mentre quelli basati su PostScript hanno  .otf come parte finale del nome del file.

Possono includere un set esteso di caratteri e di funzionalità di layout, per fornire un supporto linguistico più ricercato, ed un controllo tipografico molto più avanzato.

I font più ricchi di caratteristiche si distinguono in genere dall’estensione “Pro”, visibile nel menù delle applicazioni, e al loro interno contengono anche il supporto per le lingue dell’Europa Centrale (CE). I font che invece non contengono il supporto CE sono chiamati “Standard” e nel menù vengono visualizzati con il nome semplice (come lo stesso font in formato Type 1).

Tutti questi font possono essere utilizzati insieme ai vecchi formati TrueType e Type 1, e possono coesistere senza paura di conflitti.